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Psicosomatica e terza topica

*Questo articolo, già pubblicato in passato su CarnetPsy, viene qui riproposto per gentile autorizzazione dell’Autore

di Christophe Dejours

(Paris) Membro Ordinario con Funzioni di Training della Association Psychanalytique de France (APF).

Introduzione

Il modello di una terza topica (o topica della scissione) è nata dal confronto con i problemi clinici riscontrati in psicosomatica, che la teoria di Fain e Marty non permetteva di spiegare. In primo luogo, il problema sollevato dagli scompensi somatici associati ad un episodio delirante o insorti in una personalità indiscutibilmente psicotica. In secondo luogo, il problema sollevato dallo scompenso somatico che insorge in pazienti dotati di un’organizzazione psiconevrotica che possiedono innegabili qualità sia di flessibilità che di stabilità.

L’indagine ha portato alla conclusione che, diversamente da quanto sanciva la teoria e la classificazione psicosomatica, qualsiasi soggetto può essere vittima di uno scompenso somatico, anche cataclismatico. La vulnerabilità allo scompenso somatico esisterebbe in tutti, nessuno escluso.

L’analisi di queste situazioni controverse, iniziata nel 1978 all’IPSO, ha portato al modello della terza topica nel 1986 (Le corps entre biologie et psychanalyse). Essa sancisce che la “salute” psichica e mentale non risiede esclusivamente nell’organizzazione nevrotica della personalità, come propongono Marty e Fain, ma sulla stabilità di una scissione (la terza topica è una topica della scissione) che si estende fino all’inconscio, fra due settori: un settore in cui l’inconscio è sessuale e rimosso, detto tutt’ora inconscio dinamico, ed un settore la cui formazione passa attraverso un processo molto diverso dalla rimozione, chiamato inconscio “primario” nel 1986, rinominato inconscio “amenziale” nel 2001 e poi definito inconscio “intercluso” (enclavé) da Laplanche (2007a).

Questa terza topica, sviluppata a partire dal dibattito in psicosomatica, comprende tuttavia un campo più vasto che potrebbe riguardare la psicopatologia in generale.

 

L’inconscio “amenziale”

Mentre l’inconscio sessuale rimosso si manifesta all’Io attraverso il ritorno del rimosso (lapsus, atto mancato, ricordo di copertura, fantasma, sogno, sintomo psiconevrotico) l’inconscio “amenziale” è solitamente tenuto a bada attraverso una cappa solidamente costituita da pensieri presi in prestito, non personalizzati, forniti dall’esterno attraverso il senso comune e l’immaginario sociale, depositati nel sistema conscio. L’inconscio amenziale non si manifesta attraverso ritorni del rimosso più o meno temperati (come lo sono invece i ritorni del rimosso sessuale dell’altra parte della scissione che fanno subire alla ragione passi falsi o derive irrazionali). Quando l’inconscio amenziale si manifesta, provoca innanzitutto ed essenzialmente una rottura della continuità dell’Io (che alcuni Autori identificano come crisi di identità), principalmente sotto forma di perdita di contatto con il proprio corpo. L’inconscio amenziale irrompe solo se c’è una destabilizzazione della scissione. Quest’ultima si manifesta con un’angoscia specifica, sotto forma di una sensazione di atroce scivolamento in un abisso senza fondo, con l’impressione che il suolo sparisca, mentre il corpo diventa freddo e si desostanzializza (angoscia di precipitazione, Dejours, 2006). Questo movimento, se non interrotto, proietta il soggetto nell’esperienza del caos psichico, o addirittura nella destrutturazione amenziale dell’Io (nel senso che ha il termine di amentia in Meynert, ovvero di una confusione mentale in cui ogni possibilità di legame psichico è svanita (Lévy-Friescaher, 1983). Di solito, quest’ultima è generalmente accompagnata da disturbi nella regolazione fisiologica: instabilità della pressione sanguigna, tachicardia parossistica, disturbi digestivi e metabolici, desincronizzazione dei ritmi endocrini, etc.

 

La “soluzione somatica”

Difronte all’imminente minaccia di una destabilizzazione della scissione, ovvero di una crisi, alcuni pazienti trovano un “esito somatico”, che permette di arrestare la destrutturazione dell’Io. Invece di una perdita di contatto con il corpo si verifica allora uno scompenso somatico. Quest’ultima funziona in questo caso come una “soluzione” conservativa per l’Io e la topica, mentre il corpo invece dal suo canto subisce delle alterazioni.

 

Le altre “soluzioni”

In alcune condizioni, lo scompenso somatico è sostituito da uno scompenso delirante, anch’esso un tentativo di soluzione, uno sforzo per legare ciò che tende a disgregarsi (Freud parla a questo proposito di “compensazione”[1] nel 1924) sotto l’effetto della destabilizzazione della scissione e dell’irruzione amenziale. Clinicamente, questa forma di scompenso sembra opporsi allo scompenso somatico. Eppure lo si può analizzare anche come uno scompenso somatico, la cui specificità tuttavia, sarebbe quella di avere il cervello come sede e non le viscere o gli organi periferici, come nella psicosomatica tradizionale. È per questo motivo che delirio e somatizzazione, o meglio, scompenso psicotico e scompenso somatico non si escludono a vicenda bensì possono talvolta combinarsi, succedersi, o alternarsi.

 

Inconscio amenziale e pulsione di morte

Le irruzioni dell’inconscio amenziale che corrispondono ai momenti di destabilizzazione della scissione, si manifestano quindi sia con la perdita di contatto con il corpo, la disgregazione confusionale dell’Io, sia con le soluzioni somatiche o psicotiche (vedi la “soluzione” del passaggio all’atto compulsivo che può arrivare sino alla furia). Ma in ogni caso la salute fisica, mentale o fisica-e-mentale insieme è messa in discussione. È in questo che l’inconscio amenziale costituisce un potenziale di “pulsione di morte” nel senso freudiano del termine (anche se il termine di “pulsione” è in questo caso piuttosto ambiguo) che in definitiva minaccia sempre la continuità dell’individuo.

 

Origine dell’inconscio amenziale

All’origine dell’inconscio amenziale, già nel 1986 era stato identificato il ruolo decisivo della violenza dell’adulto contro il bambino. Da allora, questa violenza proveniente dall’adulto è stata ricollocata nel quadro generale della teoria sessuale e della metapsicologia, grazie alla teoria della seduzione generalizzata di Jean Laplanche. E’ possibile fornire una formulazione sistematizzata ed articolata con il concetto di situazione antropologica fondamentale (Laplanche, 2007) e alla teoria traduttiva dell’inconscio, e di rendere conto dell’universalità della scissione tra i due inconsci e di una vulnerabilità alla malattia somatica in agguato in ogni individuo, senza eccezione. Se sin dal principio della comunicazione tra il bambino e l’adulto riconosciamo il posto che ha la traduzione da parte del bambino dei messaggi enigmatici che l’adulto gli invia, ammetteremo con J. Laplanche che i residui non tradotti sono all’origine della formazione nel bambino dell’inconscio sessuale rimosso (Laplanche, 1987). Solo che, quando ciò che compromette il messaggio dell’adulto passa attraverso la violenza agita sul corpo del bambino (violenza fisica o violenza sessuale), quest’ultimo, a quel punto sovraccaricato dall’eccitamento, non è più in grado di pensare, né di tradurre, ciò che sperimenta. È in uno stato di traumatismo nel senso letterale del termine, situazione che evoca ciò che Ferenczi descrive nel suo famoso scritto sulla confusione delle lingue (Ferenczi, 1937). Per mancanza di traduzione non può esserci posto qui per un rimosso stricto sensu. Al posto dell’inconscio sessuale si forma qui, un non rimosso (al posto di rimosso parliamo di “proscrizione”): “l’inconscio amenziale”.

 

Terza topica e corpo erotico

Altre analisi, più specificatamente centrate sull’implicazione dei corpi nella comunicazione originaria tra il bambino e l’adulto, mostrerebbero che la formazione dell’“inconscio amenziale” è la replica al livello topico delle paresi del corpo, ovvero delle tracce lasciate da alcuni giochi del corpo che sono stati colpiti da proscrizione a causa della violenza da parte dell’adulto e che gravano pertanto sulla formazione del corpo erogeno del bambino. Le amputazioni del corpo erotico formerebbero una zona di vulnerabilità esposta allo scompenso somatico latente in qualsiasi individuo, le stesse in questione nel dibattito in psicosomatica alla fine degli anni ’70. Quanto alle paresi del corpo, esse sarebbero identificabili nella clinica sotto forma di impossibilità settoriali di ingaggiare il corpo in determinate “azioni espressive” (mimica, gestualità, psicomotricità, rigidità del corpo, insensibilità localizzate) che vengono coinvolte sia in giochi di seduzione comune che nella vita erotica.

Lasciandosi trasportare dall’altro in un gioco che comporta atti espressivi colpiti dalla proscrizione, il soggetto rischia di essere proiettato nell’esperienza del corpo che si sottrae, in questa angoscia che annuncia lo scompenso, e quando la “soluzione somatica” verrebbe innescata, allora colpirebbe il corpo, in modo preferenziale, nelle zone segnate dalla paresi di cui sopra. Così la terza topica permette di riaprire la questione così dibattuta della “scelta dell’organo” nei processi di scompenso somatico.

 

[Traduzione di Ilenia Emma Caldarelli]

 

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[1] [In G.W. il termine usato è ‘Entschädigung’, tradotto in S.E. con ‘compensation’ In O.S.F. è tradotto con “risarcimento” (1924, 39) laddove il termine francese è “dédommagement” (N.d.T.)].

Bibliografia

Dejours C. (1986). Il corpo tra biologia e psicoanalisi. Roma, Borla, 1988.compensazione

Dejours C. (2001). Le corps, d’abord: Corps biologique, corps érotique et sens moral. Paris, Payot.

Dejours C. (2006). Le rêve: révélateur ou architecte de l’inconscient?. Psychiatrie Française, 37, 7-28.

Ferenczi, S. (1932). Confusione di lingue tra gli adulti e il bambino: il linguaggio della tenerezza e il linguaggio della passione. In: Opere, vol. 4. Milano, Cortina, 2002.

Freud S. (1924). La perdita della realtà nella nevrosi e nella psicosi. O.S.F., 10.

Laplanche J. (1987). Fondamenti: verso la teoria della seduzione generalizzata. In: Nuovi fondamenti per la psicoanalisi. Milano-Udine: Mimesis Edizioni, 2019.

Laplanche J.(2007a): Tre accezioni del termine “inconscio” nella cornice della teoria della seduzione generalizzata In: Sexuale: la sessualità allargata nel senso freudiano. Milano-Udine: Mimesis Edizioni, 2019.

Laplanche J. (2007b). A partire dalla situazione antropologica fondamentale. In: Sexuale. La sessualità allargata nel senso freudiano. Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2019.

Lévy-Friesacher C. (1983). Meynert-Freud: L’amentia, Paris, Puf.

[N.d.C.] Nella Rivista di Psicoanalisi si trovano i seguenti articoli:

Dejours, C. (2004). Il corpo tra seduzione e scissione. Riv. di Psicoanal., 50:773-798

Dejours, C. (2010). Psicosomatica e teoria sessuale. Riv. di Psicoanal., 56:653-669.

Laplanche, J. (2004) Tre accezioni del termine “inconscio” nella cornice della Teoria della Seduzione Generalizzata. Riv. di Psicoanal., 50:11-26

Laplanche, J. (2005) I Tre saggi e la teoria della seduzione. Riv. di Psicoanal., 51:849-862.

Christophe Dejours, Paris

Association Psychanalytique de France (A.P.F.)

chdejours@free.fr

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