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Past life

commento di Marta Oliva

Titolo del film: “ Past Lives”

Dati sul film: regia di Celine Song, USA, 2024, 106’.

Genere: drammatico, sentimentale

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=S3wxWgAHrRU&ab_channel=FilmIsNowTrailerItalia

 

La trama è semplice: due ragazzi e l’impronta di un’amicizia che sedimenta e resiste al passare del tempo, pur trasformandosi. Lei è Na Young, lui è Hae-Sung, sono compagni di scuola, amici, vicini nel momento in cui l’infanzia cede il posto a qualcosa di diverso, ai cambiamenti della preadolescenza e ai turbamenti legati al desiderio. Quando Na Young ha dodici anni la sua famiglia decide di lasciare la Corea del Sud per trasferirsi in Canada. I due ragazzi si salutano, al ritorno da scuola, come se dovessero rivedersi il giorno dopo, nella consuetudine collaudata di presenze silenziose e cariche di significato. Si rivedranno solo dopo ventiquattro anni.

Na Young cambia nome, su consiglio dei suoi genitori, in concomitanza con il trasferimento. Diventa Nora Moon. La scena in cui cerca di “rubare” il nome scelto dalla sorella minore è molto evocativa: un nome nuovo, una pelle nuova da abitare, le origini e il senso di appartenenza che acquisiscono subito un significato diverso, la fatica a lasciare andare il conosciuto.

Dodici anni dopo Nora vive a New York dove rincorre il suo sogno di diventare scrittrice. Grazie a un social lei e Hae-Sung si ritrovano. Un incontro di luoghi (la Corea del Sud e gli Stati Uniti) e un incontro di tempi (passato e presente). Pezzi di passato si depositano su pezzi di presente mescolandosi in una danza fatta di fusi orari diversi e di vite vissute in modo diverso.

Le immagini mostrano una Corea chiassosa e vivace e una New York solo abbozzata, quasi rarefatta e silenziosa, in contrapposizione con le personalità dei due protagonisti.

Nora incontra Arthur e si sposano. Dodici anni dopo il loro ultimo contatto Hae-Sung raggiunge Nora a New York e così, dopo ventiquattro anni, si rivedono.

Passato, presente e futuro che si incontrano. Il terzo che divide, il terzo che unisce. Arthur fa da garante all’intimità ritrovata tra i due protagonisti tesi nel tentativo di cogliere quello che e’stato e quello che non è stato. La lingua madre li unisce e li fonde, Arthur ne è escluso, ma è grazie a lui che questo dialogo è possibile.

Nel film si parla di “In-yun”, una parola coreana che significa “destino”, quella sensazione di conosciuto che esplode nel momento in cui si conosce qualcuno che si sente di riconoscere dentro. Nora riconosce Arthur quindi. Nora ritrova Hae-Sung. Il passato e il presente. Il finale del film, che viene significato dall’occhio dello spettatore, lascia intravedere il futuro e il dolore che Nora sta vivendo per la partenza dell’amico ritrovato e per il lutto di qualcosa che si allontana: l’infanzia, le origini, una certa rappresentazione di identità. Hae-Sung arriva a New York foriero di tutti questi significati. Di nuovo lo scontro tra l’immaterialità del ricordo e del desiderato con il reale. La lingua madre nel film è la lingua del sogno, Arthur sottolinea a Nora che di notte parla in coreano. Una parte di lei che deve restare lontana dalla coscienza e che può essere rappresentata solo attraverso lo sguardo dell’altro (Botella, 2004).

“Past lives ” è un film fatto di suoni, colori, silenzi oltre che di dialoghi e parole. Tutti questi elementi si fondono in un girotondo che sembra raccontare una dimensione pre-verbale come legame con la madre (terra) e con le origini.

È un film sulla nostalgia, intesa secondo il pensiero di Pontalis (2000) come desiderio di qualcosa di nuovo, il baluginio vitale di qualcosa che nasce. Pontalis dice: “Il tempo che passa e distrugge cerca di mutarsi nella figura ideale di un luogo che resta. Il paese natale è una delle metafore della vita” (traduzione mia).

Il paese natale, le origini, che si posano sul presente e che lo risignificano. Si tratta di una nostalgia vitale, quindi. Il paese natale che non è più solo passato e non è nemmeno solo presente si ripresenta nel nuovo, nell’idea di qualcosa che sta per succedere. “Past lives” parla di questo.

 

Bibliografia

Botella C. & Botella S. (2004). La raffigurabilità psichica. Roma: Borla.

Pontalis J.B. (2000). Fenêtres. Paris: Gallimard.

Marta Oliva, Padova

Centro Veneto di Psicoanalisi

martaoliva@libero.it

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