KnotGarden 2025/3 – Tradurre Freud Oggi

Stilistica freudiana e ri-traduzione

di Andrea Mosconi

(Padova), Membro Associato della Società Psicoanalitica Italiana.

*Per citare questo articolo:

Andrea Mosconi (2025), Stilistica freudiana e ri-traduzione. Rivista KnotGarden 2025/3, Centro Veneto di Psicoanalisi, pp. 83-103.

Per una lettura più agile e per ulteriori riferimenti di pagina si consiglia di scaricare la Rivista in formato PDF.

Il presente lavoro intende reperire, in alcune più recenti traduzioni di Freud, la presenza di significati alternativi in relazione ai termini tecnici utilizzati in psicoanalisi rispetto alla vulgata della OSF. La casa editrice Boringhieri, nel tempo, ha inoltre autorizzato alcune edizioni dell’opera di Freud che riprendono le traduzioni dell’OSF.[1] Dedicarsi a questa ricerca significa avvicinarsi all’oggetto della psicoanalisi, considerando lo stile, la retorica e gli elementi figurativi che caratterizzano l’opera di Freud. Tale oggetto è anche un soggetto storico: «L’oggetto della psicoanalisi è sicuramente anche un soggetto storico vivente, e ciò che l’analisi costruisce o ricostruisce e ciò che genera sono sempre anche storie singolari ed esemplari, che si possono conoscere solo se si è capaci di riconoscersi in esse. Il problematico sapere della psicoanalisi è intessuto di una soggettività, che non può essere più di tanto neutralizzata» (Petrella, 2006, p. 104).

In altre parole, l’analisi non può prescindere dal considerare l’esistenza di un messaggio inconscio – composto da linguaggio e silenzio – intessuto della storia del paziente e di cui l’analista diviene il depositario. Tale messaggio non è autonomo né comprensibile a chi lo produce se non nella misura in cui viene compreso e interpretato (o non interpretato) da chi ha la capacità di decifrarlo, dunque l’analista. Fondamentale è l’intervallo di tempo che intercorre tra la produzione del messaggio inconscio e il momento in cui, attraverso le parole-silenzi, viene depositato e interpretato, almeno nei pensieri, dall’analista. In una certa misura il messaggio, in questo intervallo di tempo, si modifica e spesso si amplifica divenendo sintomo. Anche la storia interna del depositario ha un peso nella decifrazione e nella custodia del messaggio, comprendendo anche gli elementi controtransferali dell’analista.

La questione si articola e complica quando tale messaggio viene ripreso e scritto poiché diviene ‘letterario’ o, come lo definisce Petrella, “altamente letterario” (ibid.,2006, p. 105). La custodia del messaggio inconscio implica un’attività di scrittura che si avvicina al lavoro onirico: il messaggio letterario viene spesso mascherato e condensato per renderlo fruibile ad un pubblico che, a sua volta, diviene il destinatario del messaggio.

Un testo letterario, in quanto atto di comunicazione linguistica, si basa su sei fattori necessari e sufficienti di ogni atto. Distinguiamo: 1) un messaggio verbale; 2) un destinatore che lo emette; 3) un destinatario che lo riceve; 4) un contesto di realtà a cui si riferisce; 5) un codice linguistico in cui è formulato; 6) un contatto di natura fisica attraverso cui è trasmesso. Oltre che a questi sei fattori, occorre considerare un’altra specificità che il testo letterario ha in quanto testo scritto, ovvero la sua ripetibilità nel tempo. È il caso delle varie traduzioni in italiano dell’opera di Sigmund Freud che in questa sede verranno elencate. Ci sono anche comunicazioni immediate nelle quali, dunque, la ripetibilità viene a mancare.  Pensiamo ad un relatore che legge uno scritto durante un seminario: è necessario considerare chi ascolta in platea, ciò di cui il lavoro tratta nel momento in cui gli uditori ascoltano, la lingua in cui viene letto, l’eventuale traduttore e la relazione che si stabilisce tra relatore e uditori che potrebbe essere disturbata da qualcuno che sistema un microfono fastidioso. 

Il messaggio letterario, anche tradotto, presenta una certa autonomia di cui il messaggio inconscio è privo. Intendo dire che da quando diviene letterario il messaggio presenta un certo grado di comunicazione, di comprensibilità all’interno della comunità psicoanalitica e acquista una certa indipendenza. Il linguaggio inconscio rimane estraneo anche allo stesso soggetto fino a quando un depositario, adeguatamente formato grazie ad un training specifico, vi attribuisce un senso interpretandolo. 

Nelle operazioni di ritraduzione e nelle conseguenti diffusioni del testo vanno considerati: l’eventuale morte dell’autore, i fruitori nel tempo, le circostanze di realtà temporalmente implicate, le norme e convenzioni di quel messaggio letterario-psicoanalitico e la trasmissione nel tempo con le sue alterazioni. La divulgazione che ne segue va collegata: 1) alla traduzione dei termini tecnici che Freud ha coniato; 2) al linguaggio tecnico-divulgativo; 3) ai riferimenti filosofici che nel tempo sono cambiati (Mosconi, 2024, p.97); 4) alla moltitudine di significati concettuali dei termini che utilizza; 5) alle influenze culturali del suo tempo; 6) ai giochi di parole, doppi sensi, assonanze e ironia; 7) alle riformulazioni di concetti e posizioni teoriche che talvolta vengono lasciate sottintese.

Il ‘fissaggio’ della scrittura di cui parla Petrella permette a Freud di ancorare la realtà psichica e ne sostanzia la comunicazione attraverso la retorica tradizionale che, al suo tempo, ha già una tradizione plurimillenaria. L’inconscio umano può essere conosciuto solo in quanto si manifesta come linguaggio e partendo dalle sedute analitiche i testi freudiani riportano un’analisi linguistica che tiene conto di un contesto storico e arrivano gradualmente a postulare le logiche dell’inconscio umano.

La struttura linguistica di Freud comprende precise analisi formali e semantiche che, iniziando dalle sedute analitiche, comporta un ulteriore momento temporale: quello tra l’ascolto e l’elaborazione del messaggio inconscio, la cui possibile interpretazione è già un primo abbozzo di ‘scrittura’ interna all’analista. Pensiamo alla stesura di un caso clinico, momento importante della formazione di ogni candidato analista: si tratta di definire una traccia clinica di quanto avvenuto nelle sedute accompagnate dal pensiero di un analista esperto. Questa doppia elaborazione struttura un prima e un dopo all’interno di un processo diacronico che dovrebbe guidarci nella lettura di quanto accade in seduta: tra paziente-candidato-supervisore da una parte e, dall’altra, tra supervisore-candidato-paziente. Si tratta dunque di un doppio binario di cui, anche diacronicamente, Freud non poteva usufruire per ovvi motivi. L’opera freudiana presenta quindi un livello clinico-narrativo (racconto dell’analisi) e uno teorico in cui si struttura la metapsicologia (sul problema della spontaneità dell’operazione osservativa si rimanda al lavoro di Petrella, 2006, p.107). In psicoanalisi, inoltre, non si può prescindere dal considerare la dimensione diacronica. Esiste infatti un preconscio che ci accompagna nella clinica proprio perché non siamo una tabula rasa: analisi personale, supervisioni e training contribuiscono a ‘modellare’ la nostra attenzione fluttuante che si avvicenda alle libere associazioni del paziente. L’apparato teorico freudiano ha una formulazione provvisoria proprio per evitare assolutizzazioni concettuali e terminologiche, oltre che per agevolare quella vitalità e plasticità che appartiene alla metapsicologia. L’autonomia del messaggio letterario-psicoanalitico risiede nella possibilità che le metafore utilizzate da Freud, divenute poi lessico psicoanalitico, mantengano il loro carattere figurativo originario. Questa cura permette agli psicoanalisti in prima istanza di comunicare con il paziente, e inoltre di capirsi quando comunicano fra loro.

Nel 1930, la città di Francoforte conferì a Freud, allora settantaquattrenne, il premio Goethe, riconoscendo così il valore letterario e scientifico delle sue opere; un lavoro, il suo, intuitivo e poetico nella direzione dell’indagine scientifica della psiche umana.

Nella scheda riassuntiva sono contenute le ritraduzioni reperite, disposte in ordine di pubblicazione, avvalorate da una lista delle forme notevoli laddove si sia optato per delle scelte di traduzione specifiche. Quando il lavoro si è svolto su un’edizione diversa dalla prima è stato specificato inserendo l’anno di riferimento.

 

[1] S. Freud, A. A. Semi (a cura di), Opere Scelte, Bollati Boringhieri, Milano, 1999.

  1. Freud, Opere, Gruppo Editoriale L’Espresso, 2006.

Autore –

a cura di

Titolo

Traduzione

Prefazione – Postfazione- nota editoriale

Introduzione

Saggi – corredi

Editore – anno

Sigmund Freud

Joseph Sandler,

Ethel Spector Person,

Peter Fonagy

Studi critici IPA su

Introduzione al narcisismo

del testo di Freud:

M. Traldi

dei saggi critici:

S. Menegazzi

E. Spector Person

J. Sandler, E. Person, P. Fonagy

C. Yorke, R.H. Etchegoyen, N. Treurniet, L. Grinberg, W. Baranger, O. F. Kernberg, H. Segal – D. Bell, P. H. Ornstein, H. Henseler, B. Grunberger

Freud Focus, Raffaello Cortina Editore,

1992, Collana diretta da Antonio Alberto Semi

Sigmund Freud

Joseph Sandler

Studi critici IPA su

Analisi terminabile e interminabile

del testo di Freud

R. Colorni

OSF, vol. 11

dei saggi critici

S. Menegazzi

J. Sandler

J. Sandler, E. Person, P. Fonagy

J. Arlow, H. Leupold-Löwenthal, D. Zimmermann, A. L. Bento Mostardeiro, T. Eskelinen de Folch, A. M. Cooper, A. Green, D. Rosenfeld

 

Freud Focus, Raffaello Cortina Editore,

1992, Collana diretta da Antonio Alberto Semi

 

 

Autore –

a cura di

Titolo

Traduzione

Prefazione – Postfazione- nota editoriale

Introduzione

Saggi – corredi

Editore – anno

Sigmund Freud

Ethel Spector Person, Aiban Hagelin, Peter Fonagy

Studi critici IPA su

L’amore di transfert

del testo di Freud:

M. Traldi

dei saggi critici:

S. Menegazzi

E. S. Person, P. Fonagy, A. Hagelin

E. S. Person

F. – W. Eickhoff, R. S. Wallerstein, R. Schafer, M. Hernández, B. Joseph, M. M. Gill, F. Cesio, J. Canestri, T. Doi, D. N. Stern

Freud Focus, Raffaello Cortina Editore,

1994, Collana diretta da Antonio Alberto Semi

Sigmund Freud

Ethel Spector Person,

Peter Fonagy, Sérvulo Augusto Figueira

Studi critici IPA su

Il poeta e la fantasia

del testo di Freud:

C. L. Musatti

OSF, vol. 5

dei saggi critici:

E. Zanchi

E. S. Person,

P. Fonagy, S. A. Figueira

E. S. Person

M. Aguinis, H. Trosman, H. P. Blum, J. A. Infante, J. Sandler – A. M. Sandler, R. Britton, J. Chasseguet-Smirgel, E. Tabak de Bianchedi, R. N. Emde, M. Lemlij

Freud Focus, Raffaello Cortina Editore,

1999, Collana diretta da Antonio Alberto Semi

Autore –

a cura di

Titolo

Traduzione

Prefazione – Postfazione- nota editoriale

Introduzione

Saggi – corredi

Editore – anno

Sigmund Freud

Alberto Luchetti

L’interpretazione dei sogni

Del testo di Freud:

F. Pogliani

Dei saggi critici:

A.  Luchetti

C. Sini

A. Luchetti

A. A. Semi

Jean Laplanche

Jean-Bertand Pontalis

BUR, Rizzoli, 2010, Terza Edizione 2018

Sigmund Freud

Alberto Luchetti

Tre saggi sulla teoria sessuale

C. Csopey

M. Ferraris

A. Luchetti

Michel Gribinski

Jean Laplanche

BUR, Rizzoli, 2010

Sigmund Freud

Nelly Cappelli

Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio

S. Giametta

N. Fusini

F. Petrella

Gilbert Diatkine, Ronald Baker

BUR, Rizzoli, 2010

Sigmund Freud

Nelly Cappelli

La psicopatologia della vita quotidiana

M. N. Pierini

M. Lavagetto

N. Cappelli

D. Chianese

Riccardo Steiner

BUR, Rizzoli, 2010, Ottava Edizione 2023

Sigmund Freud

Stefano Mistura

Il disagio nella civiltà

E. Ganni

S. Mistura

Piccola biblioteca Einaudi, 2010

Sigmund Freud

Nelly Cappelli

Io, la psicoanalisi

L. Taddeo

A. Luchetti

Sigmund Freud

BUR, Rizzoli, 2011

Autore –

a cura di

Titolo

Traduzione

Prefazione – Postfazione- nota editoriale

Introduzione

Saggi – corredi

Editore – anno

Sigmund Freud

Racconti analitici

G. Agabio

M. Lavagetto

Note e apparati di Anna Buia

Einaudi, 2011

Sigmund Freud

Alberto Luchetti

Totem e tabù, L’avvenire di un’illusione, L’uomo Mosè e altri scritti sulla religione

I. Giannì

A. Luchetti

BUR, Rizzoli, 2012, Seconda Edizione 2019

Sigmund Freud

Alberto Luchetti

L’elaborazione del lutto
Scritti sulla perdita

I. Giannì

A. Luchetti

BUR, Rizzoli, 2013, Settima Edizione BUR Minima 2025

Sigmund Freud

Alberto Luchetti

Sul sogno

I. Giannì

A .Luchetti

BUR, Rizzoli, 2015, Seconda Edizione BUR     Minima 2021

Sigmund Freud

Alberto Luchetti

Telepatia

I. Giannì

M. Pierri

BUR, Rizzoli, 2016, Seconda Edizione BUR Minima 2021

Sigmund Freud –

Alberto Luchetti

Il disagio nella civiltà

Virginio B. Sala

A. Luchetti

Universale Economica Feltrinelli, 2021

       

Sigmund Freud

Francesco Barale

Costruzioni nell’analisi

F. Barale e I. Hennemann Barale

V. Minazzi

F. Barale

Jaca Book, Psyché

2024

Lista delle forme notevoli

 

Aufheben

Nella nota dei traduttori Francesco Barale e Ingrid Hennemann Barale a Costruzioni nell’analisi (a cura di F. Barale, 2024) si sceglie la traduzione “superare” preferendola a “rinunciare a” adottata per le OSF. La scelta deriva dall’ampio significato della parola, capace di significare tanto “conservare” quanto “togliere”, in linea con l’idea hegeliana dello spirito speculativo della lingua tedesca, capace di tenere insieme in un’unica parola significati anche opposti. “Hegel lo utilizza appunto per indicare la dialettica di superare/conservare, attraverso la negazione, nella sintesi, gli opposti ed è normalmente tradotto con “superare””.[1]         

                 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

Bewußtsein

Ne Il disagio nella civiltà, il traduttore Enrico Ganni nota che nel capitolo VIII il termine sia usato nell’accezione di “consapevolezza di sé e del mondo esterno”[2] e dunque tradotto con “coscienza”.

Virginio B. Sala, traduttore della stessa opera per l’editore Feltrinelli, spiega come, seppur traducibile come “coscienza”, il termine non presenti una connotazione morale. A differenza di Gewissen è quindi da intendersi con l’accezione di “essere consapevoli”.[3]

 

Darstellbarkeit

Nella nota del curatore Alberto Luchetti a L’interpretazione dei sogni emerge la scelta di allontanarsi dalla prassi: il termine, normalmente tradotto con “rappresentabilità” o con “(raf)figurabilità” qui è invece tradotto con “presentabilità”, avvicinandosi alla traduzione francese (présentabilité). Il curatore sostiene la scelta dei traduttori francesi, secondo cui “analogamente al corrispettivo tedesco, non è implicata la modalità con cui qualcosa è presentato alla coscienza” e che dunque sostengono “l’intenzione di mantenere una distinzione tra una attività dalla connotazione oggettiva o oggettivante (presentare) e un’attività più soggettiva o francamente riflessiva (rappre-sentare/rappresentarsi)”.[4]

 

Darstellung

Sostantivo tradotto, all’interno de L’interpretazione dei sogni con “presentazione figurata” in alcune occorrenze.

Lo stesso termine viene tradotto in Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio con “figurazione”.[5]

 

Dichter

In Studi critici su il poeta e la fantasia si sceglie di tradurre il termine (alla lettera “poeta”) con “scrittore creativo”, avvicinandosi alla scelta di traduzione inglese.[6]

 

Entstellung

In Costruzioni nell’analisi i traduttori (Francesco Barale e Ingrid Hennemann Barale) scelgono di tradurre il lemma con “deformazione”. Il termine indica il processo con cui i pensieri latenti, attraverso numerosi meccanismi di trasformazione, si trasformano in contenuti manifesti, così come descritto ne L’interpretazione dei sogni.

 

Erraten

In Costruzioni nell’analisi i traduttori (Francesco Barale e Ingrid Hennemann Barale) lo traducono con “indovinare” preferendolo a “scorpire” scelta OFS. La scelta è di carattere contenutistico e ampiamente trattata nel saggio introduttivo.

 

Gedankenübertragung

Nella nuova edizione di Telepatia (introd. di. M. Pierri, a cura di A. Luchetti, Milano, Rizzoli, 2021), il curatore discute la traduzione del termine tedesco Gedankenübertragung che correttamente viene tradotto di solito con «trasmissione del pensiero (o dei pensieri o di pensiero)». Il termine, composto da Gedanke (pensiero, idea) e Übertragung (trasmissione), viene tradotto con “transfert di pensiero” per segnalare il riferimento al transfert che è presente nel termine usato da Freud e le ripercussioni che i testi sulla telepatia ed in particolare il transfert di pensiero hanno sulla concezione del transfert e del funzionamento psichico dell’analista e della relazione analitica.

Nell’introduzione di Alberto Luchetti a Sul Sogno (a cura di A. Luchetti, Milano, Rizzoli, 2021) i termini originali vengono posti tra parentesi quadre e sciolti come “transfert” (Übertragung) e “controtransfert” (Gegenüagung)[7]

 

Gewissen

Ne Il disagio nella civiltà, il traduttore Enrico Ganni evidenzia come il termine sia utilizzato nel capitolo VII per intendere “coscienza del bene e del male”, “coscienza morale”[8].

Anche nell’edizione Feltrinelli della medesima opera, il traduttore Virginio B. Sala specifica come il significato della parola tedesca sia “coscienza morale”. In italiano è possibile tradurla con “coscienza” in espressioni quali “avere la coscienza sporca” o “farsi un esame di coscienza”.[9]

Harmlos

Ne Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (Rizzoli, Milano, 2010) viene dichiarato dal curatore nella sua nota che si tratta di un aggettivo da intendere come attributo al motto di spirito e dunque tradotto come “innocente”.[10]

 

Nachträglich

Aggettivo e avverbio, in L’interpretazione dei sogni (Bur, Rizzoli, 2019) il curatore sottolinea come il termine sia stato soggetto a varie traduzioni e ne sostiene la rilevanza nella teorizzazione freudiana. Sceglie, dunque, la traduzione con il francese après-coup (“a cose fatte”).[11]

 

Nachträglichkeit

In Io, la psicoanalisi si traduce tale sostantivo con “a posteriori”.[12]

 

Kultur

Ne Il disagio nella civiltà (a cura di Stefano Mistura, Torino, Piccola biblioteca Einaudi, 2010) il traduttore Enrico Ganni annota che il termine Kultur non possa essere tradotto con l’italiano cultura per via del più ampio significato (“insieme di conquiste materiali, sociali e spirituali che identificano un popolo o una comunità in una data epoca e area”[13]). Da qui la scelta di sciogliere il lemma con civiltà o cultura.

In La psicopatologia della vita quotidiana il termine viene ugualmente tradotto con “civiltà, civilizzazione, incivilimento”[14]

 

Sehnsucht

In L’amore di transfert si sceglie di tradurlo con “struggimento” piuttosto che con “nostalgia” o “desiderio”. La scelta è dovuta alla natura ambivalente della parola, di “desiderio per qualcuno o qualcosa che attualizzi il qualcuno o qualcosa che non c’è”[15].

 

Schuldbewußtsein

Alla lettera “consapevolezza della colpa”, ne Il disagio nella civiltà, il traduttore Enrico Ganni sceglie di tradurlo come “senso di colpa” evidenziando la differenza con Schuldgefühl (sentimento di colpa), semanticamente non presente in italiano.

 

Tendenz

Ne Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (Rizzoli, Milano, 2010) il curatore Nelly Cappelli, nella sua nota, esplicita una doppia traduzione: “tendenza” laddove sia riferito allo stato d’animo, “intento” se invece riferito al motto di spirito.[16]

 

 

Übertragung

Nella nota del curatore (Alberto Luchetti) a L’interpretazione dei sogni (Bur, Rizzoli, 2018) si esplicita la traduzione con “transfert”, di derivazione francese.[17]

 

Vorgeschichte

In Costruzioni nell’analisi i traduttori (Francesco Barale e Ingrid Hennemann Barale) si allontanano dalla scelta francese (OCF-P, préhistoire), preferendo sciogliere il lemma con “storia precedente”. La motivazione risiede nell’esempio trattato all’interno dell’opera, in cui Freud intenderebbe formazioni psichiche rappresentativamente già organizzate ma sepolte nell’inconscio; “preistoria”, invece, si presta meglio, secondo i traduttori, ad unificare “sia l’inconscio rimosso, sia ciò che, nell’Es, non è mai entrato nella storia del soggetto perché pre-rappresentativo o non ancora legato a rappresentazioni di parola”[18].

 

Wahnbildungen

In Costruzioni nell’analisi i traduttori (Francesco Barale e Ingrid Hennemann Barale) lo rendono “costruzioni deliranti”, di nuovo allontanandosi dalla scelta OFS (“formazioni deliranti”). La scelta tiene in considerazione anche il valore “ricostruttivo” riconosciuto al delirio rispetto ad un mondo frammentato dall’esperienza psicotica.

 

 

 

Witz

Ne Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (Rizzoli, Milano, 2010) il curatore Nelly Cappelli pone l’attenzione sulla difficoltà data dalla mancanza di un corrispettivo italiano alla parola Witz, soprattutto per quanto concerne la sua incisività. In tale edizione – secondo la proposta di Musatti – si sceglie di tradurla con “motto di spirito”, “arguzia” o “comicità” a seconda del contesto semantico.[19]

 

In conclusione: con il termine ritraduzione si intende la traduzione di un testo di cui esistono già “una o più traduzioni effettuate in precedenza nello stesso ambito culturale” (Pierini,1999, p.51). Un’analisi sistematica e comparata sulle motivazioni e sugli obiettivi delle ritraduzioni delle opere freudiane ancora non è stata effettuata: verosimilmente lo scopo potrebbe essere quello di supplire alle mancanze ‘necessarie’ delle traduzioni precedenti. Quando si traduce si considera la dimensione temporale e il fatto che questo lavoro implica una caducità e un’incompiutezza che le è propria, potremmo dire che ci si adopera in un tempo-nel tempo. La vulgata delle OSF presenta il merito di aver introdotto i testi di Freud nella cultura italiana ricevente e ci pare di poter affermare che abbia colto lo spirito dei testi originari. Lo sforzo del traduttore dovrebbe essere quello di coniugare da una parte un testo tendente il più possibile ad una conformità con le convenzioni linguistiche e letterarie della cultura ricevente (principio di accettabilità) e dall’altra di conservare nei limiti del possibile i tratti distintivi del testo fonte sul piano culturale, linguistico e stilistico (principio di adeguatezza). Dove è stato possibile, nel confronto delle varie traduzioni ci è sembrato importante e opportuno elencare le differenti scelte dei traduttori considerando che in circa cinquant’anni dalla prima traduzione (OSF) la lingua italiana è cambiata rapidamente. La possibilità di distinguere fra aspetti differenti del testo per ‘analizzare’ le convenzioni culturali e linguistico-stilistiche che in esso vi operano non è lo scopo di questo lavoro. Possiamo tuttavia affermare che in alcune opere l’analisi critica del testo fonte assicura una maggiore attenzione alle forme notevoli e alla loro rilevanza rispetto allo stile comunicativo e stilistico dell’autore. Questa operazione viene effettuata senza la benché minima presunzione di essere approdati alla produzione di un testo ‘finito’, lasciando lo spazio per ulteriori analisi terminologiche. In queste ritraduzioni le scelte vengono motivate ed è stato nostra cura riportarlo e specificarlo.

Una classificazione delle scelte che portano un autore-curatore ad intraprendere questo lavoro degli scritti freudiani è a nostro avviso ancora difficile da effettuare. Va comunque considerato il cambiamento della situazione della traduzione che comprende gli elementi linguistici (uso linguistico e convenzioni testuali), i riceventi, l’esigenza traduttiva e il contesto. La funzione comunicativa delle OSF non ci sembra oramai obsoleta anche rispetto ai cambiamenti della lingua, tuttavia, è importante non trascurare l’uso linguistico attuale della terminologia freudiana a livello culturale, diventata oggigiorno di uso comune, il che ne comporta talvolta un uso improprio. Basti pensare che, nella stragrande maggioranza dei casi, chi si rivolga allo psicologo-psichiatra in Italia per un percorso clinico, ne parla in termine ‘analitici’: «Vado in analisi». Da questa prospettiva, l’esigenza della ritraduzione potrebbe essere rintracciata anche nella necessità teoretica di riportare il significato della terminologia psicoanalitica ai termini contenuti nei testi fonte che si sono persi nell’uso comune della lingua. Va anche considerato che le nuove traduzioni possono avvalersi della OSF e che quest’ultima poteva confrontarsi solo con il testo fonte: siamo nel campo della intertestualità dove la legge della ripetizione, a noi nota, e della modificazione del ripetuto si trova all’interno di un rapporto dialogico temporale. Inoltre, l’auspicata rilettura dei testi freudiani nel tempo comporta una progressiva comprensione degli stessi, incrementandone la resa nella comparazione nelle diverse lingue oltreché la ricostruzione, interpretazione dei documenti letterari di una determinata cultura. Ci siamo soffermati anche a considerare la distanza temporale che separa le OSF dalle ritraduzioni più recenti, come possibile manifestazione di volontà di perpetuare il riconoscimento che il lavoro e gli scritti di Freud possano essere considerati come un’opera artistica che merita di essere riproposta ai destinatari. Un buon servizio questo all’opera del padre della psicoanalisi che ne prolunga la traccia nella cultura ricevente, grazie. Possiamo in effetti considerare i testi freudiani come un ‘fatto letterario’ che ha influenzato la lingua e la letteratura dando vita ad una moltitudine di scritti e libri. Questo lavoro acquista maggiore pregio se chi si appresta a tradurre è, per così dire, del mestiere e ha studiato in modo approfondito l’opera, garanzia questa rispetto ai movimenti occulti del mercato editoriale. L’impressione è che le ritraduzioni considerate possano coesistere con la vulgata delle OSF, poiché partono tutte da un testo di partenza che semioticamente appare sconfinato e che offre materia per continue discussioni.

Va altresì rilevato un fattore di rischio nel lavoro della ritraduzione. Nella traduzione delle OSF curata da Cesare Luigi Musatti la pubblicazione rispetta un ordine cronologico che garantisce al ricevente il divenire del pensiero di Freud evitando decontestualizzazioni. Nel lavoro di ritraduzione questa possibilità può venire a mancare correndo il rischio di perdere e scorporare «un insieme che è in continuo e non lineare divenire, con sviluppi nuovi e inattesi ma anche con riprese continue delle costruzioni teoriche già effettuate (Semi, 2006, p. 182)».

                       

 

Bibliografia

Jakobson R. (1966). Saggi di linguistica generale. Milano, Feltrinelli, 1966.

Mosconi A. (2024) Freud-Kant: lo spazio-tempo. Knot Garden 2024-4, Centro Veneto di Psicoanalisi, 2024, pp. 91-98.

Petrella F. (2006). Lo stile freudiano. Terminologia, metafora e strategie testuali nelle OSF.  Riv. Psicoanal., 52, pp. 101-128.

Pierini P. (1999) La ritraduzione in prospettiva teorica e pratica. In Pierini P. (a cura di), L’atto del tradurre: aspetti teorici e pratici della traduzione. Roma, Bulzoni.

Semi A. A. (2006). È sufficiente tradurre (bene) Freud?  Riv. Psicoanal., 52, pp. 177-188.

 

Ringraziamenti:

Ci tengo in questa sede a ringraziare Patrizio Campanile per l’importante aiuto nella ricerca dei testi.

 

Nota per il lettore:

Si prega il lettore di segnalare eventuali altre opere non riportate nella presente scheda all’indirizzo mail mosconi.cabianca@gmail.com con il fine di creare un archivio di ritraduzione condiviso dell’opera di Freud.

 

[1] S. Freud, F. Barale (a cura di), Costruzioni nell’analisi, Jaca Book, Milano, 2024, cit., p. 69.

[2] S. Freud, S. Mistura (a cura di), Il disagio nella civilità, Einaudi, Torino, 2012, nota a piè di pagina del traduttore, cit., p. 69.

[3] Cfr. S. Freud, A. Luchetti (a cura di), Il disagio nella civiltà, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 2021, nota del traduttore, p. 244.

[4] Cfr. S. Freud, A. Luchetti (a cura di), L’interpretazione dei sogni, BUR Rizzoli, Milano, 2018, pp. LIX, LX.

[5] Cfr. S Freud, N. Cappelli (a cura di), Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio, BUR Rizzoli, Milano, 2010, nota a piè di pagina n. 28, p. 83.

[6] S. Freud, E. Spector Person – P. Fonagy – S. A. Figueira (a cura di), Studi critici su Il poeta e la fantasia, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1999, cit. NtD a piè di pagina n. 1, p. IX.

[7] Cfr. S. Freud, A. Luchetti (a cura di), Sul sogno, BUR Rizzoli, Milano, 2021, p. 21.

[8] S. Freud, S. Mistura (a cura di), Il disagio nella civilità, nota del traduttore a, p. 22.

[9] S. Freud, A Luchetti (a cura di), Il disagio nella civiltà, nota del traduttore n, p. 244.

[10] Cfr. S Freud, N. Cappelli (a cura di), Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio, p. XLIX.

[11] Cfr. S. Freud, A. Luchetti (a cura di), L’interpretazione dei sogni, p. LIX.

[12] Cfr. S. Freud, Io, la psicoanalisi, BUR Rizzoli, Milano, 2011, nota a piè di pagina n. 4, p. 143.

[13] S. Freud, S. Mistura (a cura di), Il disagio nella civiltà, nota del traduttore, p. LVIII.

[14] S. Freud, N. Cappelli (a cura di), La psicopatologia della vita quotidiana, BUR Rizzoli, Milano, 2010, cit., nota 22, p. 177.

[15]S . Freud, E. Spector Person – A. Hagelinm – P. Fonagy (a cura di), Studi critici su l’amore di transfert, Raffaello Cortina editore, Milano, 1994, cit., nota a piè di pagina n. 5, p. 8.

[16] Cfr. S Freud, N. Cappelli (a cura di), Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio, p. XLVIII.

[17]Cfr. S. Freud, A. Luchetti (a cura di), L’interpretazione dei sogni, p. LIX.

[18] S. Freud, F. Barale (a cura di), Costruzioni nell’analisi cit., p. 70.

[19] Cfr. S Freud, N. Cappelli (a cura di), Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio, p. XLVIII.

 Andrea Mosconi, Verona e Padova

Centro Veneto di Psicoanalisi

mosconi.cabianca@gmail.com

*Per citare questo articolo:

Andrea Mosconi (2025), Stilistica freudiana e ri-traduzione. Rivista KnotGarden 2025/3, Centro Veneto di Psicoanalisi, pp. 83-103.

Per una lettura più agile e per ulteriori riferimenti di pagina si consiglia di scaricare la Rivista in formato PDF.

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