KnotGarden 2025/3 – Tradurre Freud Oggi

Tradurre Freud oggi

di Patrizio Campanile

(Venezia), Membro Ordinario con funzione di Training della Società Psicoanalitica Italiana.

*Per citare questo articolo:

Patrizio Campanile (2025), Introduzione. Rivista KnotGarden 2025/3, Centro Veneto di Psicoanalisi, pp. 7-11.

Per una lettura più agile e per ulteriori riferimenti di pagina si consiglia di scaricare la Rivista in formato PDF.

È recente la pubblicazione di una nuova versione della traduzione inglese delle Opere di Freud: una Revised Standard Edition si aggiunge quindi alla storica Standard Edition. Ne è curatore Mark Solms che ha raccolto il testimone da James Strachey.

Patrizia Montagner ed Anna Cordioli hanno recentemente promosso ed organizzato un incontro al Centro Veneto di Psicoanalisi in cui Solms ha sintetizzato le ragioni e le peculiarità di questa sua impresa che ha richiesto ben trent’anni di lavoro ed il coinvolgimento di molti studiosi. Le novità che presenta, e che vanno dalla pubblicazione di un consistente numero di testi che non erano entrati a far parte della Standard Edition e che ora sono pubblicati nella Revised ad una revisione di alcuni in quella già presenti ma che hanno richiesto un ampio ripensamento sulla base di una accurata attenzione rivolta alla decifrazione dei manoscritti originali, rendono indispensabile una sua consultazione. Alcuni scritti (in particolare Progetto di una psicologia – 1895 – e Compendio di Psicoanalisi –1938) andranno per questo accuratamente riletti.

Si aggiunga che l’apparato di rimandi, annotazioni e specificazioni sull’uso dei termini che nel corso degli anni sono stati ripensati e le loro possibili varianti traduttive costituiscono un arricchimento che va nella direzione di una ipotetica edizione critica delle Opere.

Di tutto questo Solms ci parla nella sua conferenza che pubblichiamo con a fronte la traduzione che ne ha fatto Mariagrazia Capitanio. L’intervento di Solms era stato introdotto da Patrizia Montagner e qui ne riportiamo il testo ove troviamo anche una presentazione dell’autore.

La storia della Standard Edition è una vicenda appassionante, non solo rispetto alla traduzione in sé, ma per ciò che ha significato nella vita di molte persone, Freud innanzitutto. Ne abbiamo testimonianza nel testo che per questa nostra iniziativa ha scritto Riccardo Steiner che, oltre ad essere psicoanalista, è studioso di storia della psicoanalisi ed importante autore e curatore di opere psicoanalitiche come si potrà vedere dalla presentazione messa in calce al suo scritto.

L’incontro con Solms ha stimolato molte curiosità ed interrogativi. Per parte mia ho sentito l’esigenza di fare il punto sullo ‘stato delle cose’ in merito alla traduzione di Freud in italiano. Dopo che per lungo tempo le nostre OSF sono state l’unico punto di riferimento ritenuto valido dalla nostra comunità scientifica, negli ultimi anni hanno iniziato a comparire nuove traduzioni. Si tratta di traduzioni di singoli lavori, accompagnati da introduzioni che spesso affrontano in modo diretto la questione della traduzione sulla scorta delle riflessioni intervenute nel corso degli anni. Unanime permane l’apprezzamento per l’impresa che ha portato alle OSF e per la qualità di quelle traduzioni che per altro sono alla base di pubblicazioni ulteriori, ma la comparsa di queste nuove traduzioni richiede una riflessione: un lavoro storico critico che sarebbe interessante riguardasse l’intero comparto delle pubblicazioni psicoanalitiche, intrecciandolo con le vicende della cultura italiana e con la storia (non semplicemente agiografica) della SPI.

Nel 2006 la Rivista di Psicoanalisi aveva raccolto un certo numero di lavori che riprendevano la storia delle OSF, illustravano le questioni che rimanevano aperte rispetto alla traduzione di alcuni concetti e più in generale i problemi connessi all’opera di traduzione. Uno spazio importante aveva avuto la riflessione di Fausto Petrella nel suo scritto Lo stile freudiano: Terminologia, metafora e strategie testuali nelle OSF. Si aggiunse uno sguardo sulle traduzioni in inglese e francese.

Questo fu l’insieme dei lavori allora pubblicati:

 

Conrotto F. (2006). Sulla traduzione di Freud in inglese e in francese. Rivista di Psicoanalisi,52(1):165-175.

Langer L. (2006). Di generazione in generazione. La trasmissione del sapere psicoanalitico tra traduzione e traslazione: Riflessioni nate da due colloqui con Renato Sigurtà e Bianca Gatti. Rivista di Psicoanalisi,52(1):149-164.

Petrella F. (2006). Lo stile freudiano: Terminologia, metafora e strategie testuali nelle OSF. Rivista di Psicoanalisi,52(1):101-128.

Reichmann R. (2006). Musatti e le opere di Freud: (con un’intervista a Renata Colorni). Rivista di Psicoanalisi,52(1):129-148.

Semi A. (2006). È sufficiente tradurre (bene) Freud? Rivista di Psicoanalisi,52(1):177-188.

 

 Da quella volta sono passati quasi vent’anni; è giustificato quindi voler rifare il punto.

Innanzitutto, ho pensato di dover sentire la voce di quanti si sono dedicati a queste nuove imprese; abbiamo qui, quindi, i contributi di Francesco Barale, Nelly Cappelli e Fernando Riolo. Sono interessanti le circostanze, di cui ci accennano, che li hanno portati a cimentarsi e le osservazioni che ci mettono a disposizione. Il risultato non sono solo nuove traduzioni, ma molti nuovi interrogativi.

Andrea Mosconi, nel suo lavoro, colloca la rassegna delle ‘nuove’ traduzioni nel contesto più ampio del problema della traduzione. Oltre all’elenco delle edizioni di cui abbiamo avuto contezza (e Mosconi rimane disponibile ad aggiornare tale elenco sulla base di nuove informazioni che tutti siamo invitati a mettere a disposizione), elenca i termini che sono stati modificati rispetto alle OSF. Si ha così un quadro delle riflessioni e del dibattito sviluppatosi a partire da esse. Ho pensato di collocare tutto questo sullo sfondo di come la tematica della traduzione delle Opere di Freud è stata affrontata non solo in Italia. Per questo sono state aggiunte apposite ricerche anche sulla storia delle traduzioni di Freud in lingua francese (e se ne è occupata Ilenia Emma Caldarelli) ed in lingua spagnola (ed in questo caso se ne è occupata Adriana Ramacciotti).

Concludono questa rassegna un testo di A. Braun e C. Rigoni che riprendono, ampliandolo, un loro contributo ad un incontro sulla traduzione promosso da Alberto Luchetti e da loro organizzato assieme a lui al CVP, ed uno di Antonio Alberto Semi che torna ad affrontare la tematica della traduzione, delle sue peculiarità, dei limiti e delle relative potenzialità.

Nell’insieme il quadro che ne emerge offre un, pur limitato, contributo ad un aspetto non secondario della storia della psicoanalisi.

 

 

 

Patrizio Campanile, Venezia

Centro Veneto di Psicoanalisi

patrizio.campanile@libero.it

 

*Per citare questo articolo:

Patrizio Campanile (2025), Introduzione. Rivista KnotGarden 2025/3, Centro Veneto di Psicoanalisi, pp. 7-11.

Per una lettura più agile e per ulteriori riferimenti di pagina si consiglia di scaricare la Rivista in formato PDF.

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