« Il problema non è di inventare lo spazio, ancor meno di reinventarlo […], ma di interrogarlo, o, più semplicemente, di leggerlo […]” (George Perec, 1974)

“L’umanità non è in rovina, è in cantiere” (M. Auge, 2003)

Questo incontro mette in dialogo psicoanalisi e architettura, due discipline apparentemente distanti ma unite dal comune interesse per gli spazi e la necessità di recuperare, trascrivere, trasformare costruzioni passate o di dar forma a ciò che ancora non è o non è mai stato.

La presenza di Claudio Palmi Caramel e Davide Contran – diversi per generazione, cultura e formazione – offre l’opportunità di esplorare alcuni dei molteplici legami che l’architettura intrattiene con il pensiero, l’arte e l’antropologia. Questi rapporti, seppur infiniti, si avvalgono di processi psichici che, tra permanenze e trasformazioni, legano memoria e capacità di immaginare, progettare, sognare.

Claudio Palmi Caramel, nato a Padova nel 1957, è un professionista poliedrico con una carriera ricca di esperienze e successi. A soli 24 anni diviene titolare unico dello Studio Arch. Caramel fondato nel 1960 dal padre Sergio Palmi Caramel, innovativo architetto veneziano, prematuramente scomparso nel 1981. Cresciuto in una famiglia di artisti tra Padova e Venezia, ha sviluppato un’ampia gamma di competenze che spaziano dalla progettazione architettonica e urbanistica al design industriale, dal graphic design alla direzione artistica. Accanto alla sua attività professionale, si dedica con passione alla pittura, realizzando diversi cicli pittorici con tecniche sperimentali.

Profondo conoscitore della pittura veneziana e trevigiana del Novecento ha curato mostre e pubblicazioni sul tema ed è autore di numerosissime pubblicazioni di architettura, urbanistica e design. La sua opera è stata documentata da numerosissime pubblicazioni specialistiche e in volumi monografici.

Davide Contran, architetto di origine italo-peruviana – nato a Padova nel 1990 – lavora tra Padova, Milano, Lima, Mendrisio (Svizzera) e Fujian (Cina).

Dopo la laurea presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio nel 2016, ha fatto parte del team di Grafton Architects, vincitori del Premio Pritzker nel 2020, a Dublino. Inoltre, ha collaborato personalmente con rinomati architetti internazionali come Shelley McNamara, Yvonne Farrell, Bijoy Jain (Studio Mumbai) e B.V. Doshi, vincitore del Premio Pritzker nel 2018.

Attualmente è coinvolto nell’insegnamento accademico presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Grazie all’identità italo-peruviana e alle ricerche condotte in Perù, India e Cina, si interessa alla metamorfosi e alla collisione tra le influenze antropologiche nelle società del passato e del presente.