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"Illusioni perdute"

di Silvia Mondini

illusioni perdute
Illusioni Perdute 2021

Titolo: “Illusioni perdute”

Dati sul film: regia di Xavier Giannoli, Francia, 2021, 144’.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=9FMcfER_qys

Genere: storico, drammatico

 

Presentato in Concorso alla 78 Mostra del Cinema di Venezia “Illusioni perdute” è tratto dall’omonima trilogia di Honoré de Balzac. Ambientato nella Francia della Seconda Restaurazione (1814-1830) il film,ci offre uno splendido ritratto di un’epoca che ebbe grande influenza sulla nascita dello spettacolo e della comunicazione.

Il romanzo di Balzac – commenta Xavier Giannoli – rivela la matrice del mondo moderno, il momento in cui un’intera civiltà era sul punto di cedere alla legge del profitto. Volevo prolungare quel gesto grazie al cinema, prendendomi, rispetto al testo originale, delle libertà che mi permettesse di esprimerne lo spirito” e che assumono la forma di un personaggio inventato – Nathan Anastasio – che, nel ruolo di narratore, integra le vicende arricchendole di risvolti psicologici.

Un’ineccepibile ricostruzione storica conduce lo spettatore all’interno di quella Comédie humaine su cui si staglia l’avventura di Lucien Chardon/de Rubempré, ambizioso giovanotto di campagna, aspirante poeta e nobile solo per parte di madre. Di lui si invaghisce, ricambiata, la bella baronessa Louise de Bargenton, sua mecenate nonché moglie annoiata di un anziano signore e, insieme, fuggono a Parigi in cerca di un futuro migliore. Ma ben presto la realtà si mostra diversa dal sogno e Lucien, deriso e allontanato per le sue origini contadine, sarà costretto a rinunciare all’ aristocratico amore e a procedere da solo nel mondo cinico e spietato dell’editoria. Qui, grazie all’incontro con il giovane ma ben navigato Etien Lousteau e alle sue innegabili doti personali – arguzia, agilità di pensiero e sfrontatezza – Lucien andrà incontro ad un repentino successo e un’altrettanta rapida rovina. Rovina decretata dall’ingannevole vendetta dello stesso Etien ma, ancor prima, sostenuta dall’onnipotenza del protagonista e dal prevalere in lui del principio di piacere su quello di realtà. Sarà proprio il bisogno di rivalsa e riconoscimento immediato ad avvicinare Lucien a quegli stessi aristocratici che lo avevano allontanato, a suscitare in lui il desiderio di essere come loro anche in quei vizi (il gioco d’azzardo e le donne) che lo condurranno ad indebitarsi e, infine, a piegarsi ad un giornalismo prezzolato e rivelatore della sua ingenua onnipotenza.

Sarà il crollo di queste illusioni e la concomitante morte dell’amata Coraline, attrice di modesto spessore, ma appassionata e realista, a determinare il ritorno di Lucien nella natia Angouleme dove – nella scena finale – lo vedremo immergersi nelle amate acque del lago.

Un’immagine ambigua che lascia in sospeso il futuro di Lucien: dove lo condurrà questo desiderio di ritorno all’infanzia? Si tratterà di un mortifero ritorno per sempre o di una sosta temporanea, necessaria a superare il crollo delle illusioni, dell’onnipotenza non solo infantile, e a trovare la capacità di far fronte alla realtà e ai suoi tempi di attesa?

Ed è qui, in questa immagine allusiva, che ci sembra di poter individuare un sottile punto di contatto con nostri giorni: il ritorno alle origini del ventenne Lucien non presenta forse una qualche analogia con i giovani adulti dei nostri giorni? Quella fascia dai venticinque ai trentaquattro anni, talora anche più, che, arrivati alla soglia della piena maturità in un mondo sin troppo generoso di stimoli e gratificazioni immediate, si trovano a sostare in un bisogno di regressione dinnanzi alla necessità di fare una scelta o di assumersi la responsabilità del proprio desiderio?

Infine, non nascondo che a sollecitare queste righe, non è stata l’indubbia riuscita di questo film storico quanto la sua uscita in sala in contemporanea con l’uscita in streaming (Netflix) del (quasi) fantascientifico “Don’t look up di Adam McKay  . Due lungometraggi profondamente diversi ma ugualmente incentrati sul potere della comunicazione e sul suo costante embricarsi con le leggi dell’economia e della politica. E se “Illusioni Perdute” ci consente di osservare la questione all’interno di quel preciso contesto storico-culturale – la monarchia costituzionale francese – in cui ebbe origine il giornalismo prezzolato volto a decretare il successo o il fiasco di un libro o di uno spettacolo teatrale, l’attualità del film di MCKay ci costringe ad osservare la collusione tra informazione, economia e politica nell’era della globalizzazione e della “cultura” che diviene talk show (vedi il personaggio interpretato da una quasi irriconoscibile Cate Blanchett). Tanto all’epoca dei piccioni viaggiatori che in quella della rete, dei droni e delle missioni spaziali l’informazione sembra sostituire il suo compito fondante con il potere di mescolare il vero con il falso, il detto con il non detto in base a leggi regolate dal denaro e dalla politica.

La filologa Ronchey, in un articolo su La Repubblica, sottolinea che, a partire dall’invenzione di Gutemberg, ogni nuovo mezzo di comunicazione invita gli esseri umani a un suo cattivo se non pessimo uso, anche se ogni periodo critico, ogni cambiamento epocale, richiama ad una nuova riflessione sulla natura umana; su quella stessa natura umana oggetto della psicoanalisi e oggi sottoposta a grandi tensioni dalla pandemia ancora in corso. Come psicoanalisti ci inpegnamo a far si che il richiamo proveniente da un sapere così accessibile come quello digitale faccia spostare l’ago della bilancia a favore del desiderio di conoscere ed essere se stessi, piuttosto che della bramosia del possesso, del consumo e del compiacimento immediato.

Bibliografia

Biennale di Venezia, Catalogo della 78 mostra Internazionale d’arte cinematografica, 1.09.2021-11.09.2021.

Ronchey S. Neoumanesimo. La conoscenza ci salverà ancora. Il sapere non è mai stato così accessibile. L’era digitale può trasformarsi in un’occasione. Robinson, La Repubblica, del 31 dicembre 2021.

 

Silvia Mondini, Padova

Centro Veneto di Psicoanalisi

silvia.mondini@spiweb.it

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