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Il Segreto: funzione protettiva per traumi precoci o funzione formativa?

Report di Camilla Pozzi

Poster Il Segreto - funzione protettiva per traumi precoci o funzione formativa

CONFERENZA: “Il Segreto: funzione protettiva per traumi precoci o funzione formativa?”

DATA: 13 Novembre 2021

RELATORI: Giovanna Maria Mazzoncini, Caterina Olivotto

ORGANIZZATORI: Il gruppo B/A del Centro Veneto di Psicoanalisi

 

Il 13 novembre si è tenuto il seminario sul “Segreto nel lavoro con bambini e adolescenti” in cui sono stati presentati i contributi della dott.ssa Mazzoncini e della dott.ssa Olivotto. 

La dott.ssa Mazzoncini, ha dato avvio al seminario con una relazione davvero ricca, approfondita e, al tempo stesso, estremamente chiara e comprensibile che ci ha condotto a riflettere sul significato del segreto per poi analizzarne le diverse funzioni, costitutiva psichica e identitaria da una parte e difensiva dall’altra. Il segreto infatti può avere funzioni costruttive, positive e necessarie per la crescita, oppure negative, depauperanti la relazione e la comunicazione con l’altro. 

La relazione ci ha poi stimolato a ripercorrere l’excursus di questo concetto nella storia della psicoanalisi, a partire dalle origini con Freud, fino agli autori contemporanei. Un percorso in cui immergersi per osservare evoluzioni ed elementi di continuità, contributi di una complessità non satura ma in grado di sollecitare invece ulteriori riflessioni. 

La clinica ha poi consentito un ulteriore livello di comprensione, permettendoci di percepire gli effetti del segreto nelle particolari fasi evolutive dell’infanzia e dell’adolescenza. Si tratta di segreti transgenerazionali che talvolta non potranno mai essere rivelati ma che, grazie al percorso analitico, troveranno la via per una possibile integrazione. Altri invece, rivelati o scoperti, potranno finalmente essere messi in parole e condivisi consentendo il riavvio della crescita e della vita.

Ha fatto seguito poi la relazione della dott. Olivotto che analizza la questione a partire dalla lettura di un romanzo, Un cuore così bianco di Javier Marìas che narra il racconto di un segreto che “trasmigra nella mente di chi ignaro viene dopo”, portandoci un esempio dell’effetto sull’inconscio del soggetto impossibilitato ad accedere al libero fluire della sua propria vita pulsionale.

La dott.ssa Olivotto ci ha fatto dono di intense emozioni attraverso la lettura del caso di un suo paziente di 5 anni, alle prese con un segreto che porta in sé la traccia di un trauma inelaborato dai genitori che lascia il bambino nella condizione di dover rispondere ad un’invasione sconosciuta. L’io del bambino si irrigidisce, la sua crescita subisce un blocco, le fantasie non significabili prendono la via di sintomi fobici. 

Attraverso la relazione e la presenza significante, pian piano può emergere una via d’uscita capace di spezzare la catena costituita dal segreto. Per questo bambino sarà il viaggio con la sua analista, il luogo in cui quella verità nascosta potrà essere guardata insieme, in una vicinanza profonda che la renderà più tollerabile e meno spaventosa.

Ha fatto seguito un vivace dibattito con riferimento ai diversi autori trattati, in particolare su ciò che distingue l’area del segreto da quella del privato o dalla bugia e sulle correlazioni con elementi che caratterizzano gli stati fobici. Il confronto sui casi clinici ha permesso poi di convogliare questi pensieri con le emozioni suscitate dagli accadimenti psichici dei pazienti.

Camilla Pozzi, Mestre

Centro Veneto di Psicoanalisi

camillapozzi75@gmail.com

 

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