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"Riflessioni sul pensiero psicoanalitico e incursioni nel mondo delle immagini" di Cesare Luigi Musatti

di Ilaria Binotto

musatti

Autore: Cesare Luigi Musatti

Titolo: “Riflessioni sul pensiero psicoanalitico, e incursioni nel mondo delle immagini”

Editore: Bollati Boringhieri

Collana: Saggi

Anno pubblicazione: 1976

Numero pagine: 344

Quarta di copertina:

La psicoanalisi sta invadendo la cultura contemporanea, non per il suo apporto teoretico, ma per la sua modalità di pensiero che riflette i processi primari della psiche. Le varie forme dell’odierna attività culturale si svolgono come una generalizzata e collettiva seduta psicoanalitica.

Indagare la struttura del pensiero psicoanalitico diventa così compito importante, che Musatti affronta non sistematicamente, ma per successivi e distinti approcci. Collateralmente, sollecitato da circostanze presentate come casuali, effettua scorribande nel campo della produzione figurativa: che gli è estraneo, ma in cui è aiutato a muoversi da una antica esperienza di percettologo.

Il libro è corredato da numerose illustrazioni che vanno dai quadri di una paziente pittrice, in trattamento analitico, agli autoritratti della pinacoteca di Brera, dalle dimostrazioni di ricerche personali sul movimento e sul colore, ai quadri di Bacon esaminati morfologicamente, a quelli di Vasarely studiati per gli effetti percettivi.

Biografia autore:

Cesare L. Musatti ha studiato matematica, logica e filosofia, di cui fu insegnante al liceo T. Livio di Padova. Si e quindi dedicato alla psicologia sperimentale, succedendo nel 1927 al suo maestro Vittorio Benussi nella direzione del laboratorio di Psicologia dell’Università di Padova. Qui ha svolto attività di ricerca sulla percezione dello spazio, del movimento e del colore, rappresentando in Italia l’indirizzo della Gestaltpsychologie.

Sul piano delle applicazioni ha operato nella psicologia della testimonianza e giudiziaria, e in quella del lavoro industriale. Negli ultimi trent’anni ha insegnato dell’Università di Milano dedicandosi prevalentemente agli studi psicoanalitici.

Ha contribuito in misura determinante alla diffusione della psicoanalisi nel nostro paese, con l’attività didattica, con una vasta produzione scientifica e soprattutto col suo “Trattato di psicoanalisi”.

Ha diretto presso Boringhieri l’edizione italiana delle Opere complete di Freud.

Recensione:

Desidero recensire questo libro per due motivi: per il legame natale che Musatti ha con il Veneto, e per le particolari caratteristiche di questa raccolta di saggi che vedono l’autore interessato a dar una lettura psicoanalitica della cultura di quegli anni ‘70 in cui Musatti era fortemente attivo anche fuori dal suo studio.

 

Musatti nacque a Dolo (Venezia 1897- Milano 1989), nell’odierna località Cesare Musatti. La famiglia usava trascorrere le vacanze nella casa del nonno paterno, proprio in quel genius loci che è la riviera del fiume Brenta, dove si ergono tra le più preziose architetture patrizie/ville venete della regione.

Musatti mi ha fatto fare un pensiero legato alle origini: origini della psicoanalisi in Italia e dello stesso Centro Veneto di Psicoanalisi (CVP).

Egli è il padre della psicoanalisi italiana, colui che portò la psicoanalisi in Italia, fu un socio ri-fondatore della SPI nel ‘46, di cui fu più volte Presidente.

Possiamo altrettanto affermare che Musatti è il patriarca/bisnonno del CVP, in quanto maestro/analista di Giorgio Sacerdoti, e di altri soci fondatori (A. Saraval, A.A. Semi, S. Spaçal e C. Rufina Zennaro), che il 13 dicembre del 1980 costituirono il CVP.

 

Questo è un testo del 1976 che raccoglie saggi di quegli anni in cui Musatti è stato portavoce della vivacità psicoanalitica della cultura di quel tempo.

Proprio in quel periodo si vedeva aumentare l’incidenza della psicoanalisi nella cultura italiana: nella poesia, narrativa, teatro e nel cinema. Musatti scrive: “ Ciò che sta invadendo le varie forme della produzione culturale, e lo stesso comune ragionare sulle cose, è il modo di pensare della psicoanalisi.” (pag. 6).

Gli analisti all’apparenza si esprimono come tutti, ma essi si occupano di una materia “dove il pensiero si svolge diversamente” e seppur rientrando nelle regole del linguaggio ordinario, questo “altro pensare gli rimane attaccato, e per così dire trasuda attraverso le cose che viene dicendo” (ibid.). Questo pensiero diverso/primitivo/arcaico, è la modalità inconscia del pensare (processo primario). Ecco che intorno ad esso vertono le tematiche del testo. Musatti si fa forte del fatto che la gente accetta il linguaggio dei processi primitivi, perché si-ritrova nel viver quotidiano la lingua del proprio inconscio, che è quella dell’inconscio di ognuno.

 

Musatti considerava la modalità inconscia del pensare come il tipo di penetrazione della psicoanalisi nella cultura contemporanea, nel modo comune di affrontare problemi. Per questo in quel tempo era particolarmente attratto da ciò che gli sembrava peculiare per la logica dell’inconscio e della struttura del pensiero psicoanalitico.

Il pensiero primario è come un filo rosso che tiene insieme i vari saggi che ci portano anche in territori insoliti alla psicoanalisi. Ne evidenzio solo alcuni, i più inconsueti. Nell’enigmistica ha cercato di cogliere le analogie esistenti fra questa produzione e la logica propria del pensiero inconscio. Nei romanzi di Svevo indaga sui motivi per cui la maniera dello scrittore di descrivere i propri personaggi faccia subito pensare alla psicoanalisi. Nelle incursioni pittoriche applica le proprie competenze sulla percezione visiva alle opere di Bacon, Guttuso, Guarino e nel film “Salò” di P. Pasolini, di cui era amico. Nella serie di scritti “Problemi d’oggi” affronta problematiche della vita attuale: psicologia e psicopatologia della coppia, il problema del matrimonio felice, liberalizzazione sessuale. L’ultima parte del testo si chiude infine con due note scherzose!

Ilaria Binotto, Padova e Treviso

Centro Veneto di Psicoanalisi

ilariabinotto@gmail.com

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